09 dicembre 2017

9 Dicembre: Un imprevisto chiamato amore


Buon sabato readers! 

Anna Premoli è forse l'autrice romance italiana che mi piace di più. Ho quasi un debole per le sue storie sempre così vicine alla realtà, e molto lontane dagli stereotipi dei romanzi fin troppo commerciali. "Un imprevisto chiamato amore" è una storia meravigliosa. Sotto trovate un estratto della recensione e sotto la prima parte del primo capitolo. 

"Jordan e Rory rientrano a pieno titolo in due dei protagonisti più belli degli ultimi tempi. Ancora una volta la Premoli ha dimostrato la sua immensa bravura nel creare una storia così reale e vicina a noi, con quel tipo di amore in cui credo. Quello fatto di piccole attenzioni, di gesti banali che diventano importanti, ma soprattutto fatto di tempo. Il tempo per conoscersi, per apprezzarsi, per trovare difetti, per dire io non mi innamorerò mai di lui o lei. In un epoca in cui molti autori fanno a gara per riuscire a far pronunciare il "ti amo" nel minor tempo possibile, libri e protagonisti come questi sono estremamente rari." Recensione Completa

Capitolo 1

Qualche volta è bello essere presa per una balorda.

Jordan

Era se non altro comico che il dramma fosse dietro l’angolo, quando finalmente, e dico finalmente, avevo un piano.
E per la prima volta nella mia vita, perché, in quanto a pianificazione, nessuno nella mia famiglia pareva eccellere particolarmente. Discendo infatti da generazioni e generazioni di gente che si è sempre barcamenata come meglio – o forse sarebbe il caso di dire peggio – poteva, a tal punto che ero piuttosto stupita di essere anche solo riuscita a congegnare un progetto così ben definito. Io. Il fallimento fatto persona.
Prediamo per esempio la caffetteria: la scelta era stata tutt’altro che casuale. Sì, cercavano una cameriera e sì, io di fatto ero solo capace di fare la cameriera, ma New York è piena di posti dove farsi assumere, se si è vagamente carine. E io non soltanto lo sono, ma in modo piuttosto spudorato.
Perché non fingo maggiore modestia? Perché la bellezza esteriore è davvero l’unica cosa che possiedo e l’unica su cui ho potuto fare affidamento nella mia vita.
Come mi ha ripetuto mia madre nei primi anni della sua malattia – quelli che all’epoca consideravo terribili, ma invece erano l’ultima boccata d’ossigeno dal momento che, se non altro, ancora riusciva a riconoscermi – la bellezza è una qualità destinata a svanire da un momento all’altro. Un attimo prima sei la donna più corteggiata e venerata dagli uomini e quello dopo solo una invecchiata male e presto. Pare, infatti, che la cronica mancanza di soldi prima o poi finisca con il segnare anche i lineamenti facciali. E no, non è la penuria di creme costose a base di collagene transgenico, ma le notti trascorse a rigirasi nel letto senza possibilità di chiudere occhio, corrucciando il volto per la preoccupazione. Mia madre, ex reginetta di bellezza e collezionista di corone senza arte né parte, lo sapeva meglio di chiunque altro perché c’era passata. E se mi ha insegnato qualcosa, è che gli uomini si interessano a te solo finché sei giovane e sorridente. Poi conta altro. Altro che nessuno, nella mia famiglia, ha mai avuto.
Per esempio cervello.
Oppure soldi.
Ma sospetto che tra i due ci sia un legame molto stretto e che non sia un caso se nella nostra famiglia non si sia mai visto né l’uno né l’altro.

****

Un bacio, 
Angela ❤


Nessun commento:

Posta un commento