Buona domenica Readers!
Brittainy C. Cherry non ha bisogno di troppe presentazioni. Chi mi segue sa che è una delle mie autrici preferite e che con la sua Elemen series, mi ha conquistato. "Ti amo per caso" è stata una delle letture più emozionanti e dolci del 2017. Ogni volta che mi capita di posare gli occhi sul libro... beh le emozioni si riversano in me e ripenso alle piume bianche, al dolore, all'amore.
"Si incontrano, anzi si scontrano, nel modo peggiore e l'odio
che emana Tristan fa paura. Un uomo che corre a piedi scalzi, con una massa di
capelli e una barba incolta, non può portare che guai, eppure il sollievo che
Elizabeth scorge nei suoi occhi nel momenti in cui riabbraccia il suo cane, gli
fanno capire che è solo una persona che soffre. Nei suoi occhi legge il suo
stesso dolore e come una forza magnetica
li attrarrà l'uno nelle braccia dell'altro. " Recensione completa
Continuate per leggere una parte del prologo ❤
Prologo
Tristan
2 aprile 2014
«Hai preso tutto?», mi chiese Jamie mordicchiandosi le
unghie, nell’ingresso di casa dei miei. I suoi begli occhi da cerbiatta,
azzurri, mi sorridevano, ricordandomi quanto fossi fortunato a poterla considerare
mia. Mi avvicinai e la presi tra le braccia, stringendo il suo corpo minuto.
«Ah-ah. È tutto fatto, bellezza. Penso che questo sia il nostro momento». Mi
gettò le braccia al collo e mi baciò. «Sono così fiera di te». «Di noi», la
corressi. Dopo troppi anni in cui non avevamo fatto altro che sperare e
sognare, il mio obiettivo di costruire e vendere i miei mobili artigianali si
stava realizzando. Mio padre era il mio migliore amico e socio in affari, ed
eravamo entrambi diretti a New York per incontrare alcuni imprenditori che
avevano dimostrato grande interesse ad associarsi alla nostra impresa. «Senza
il tuo sostegno, non sarei nulla. Questa è la nostra opportunità per ottenere
quello che abbiamo sempre sognato». Mi baciò nuovamente. Non avrei mai creduto
di poter amare così tanto qualcuno. «Prima che te ne vada, penso che dovresti
sapere che ho ricevuto una telefonata dall’insegnante di Charlie. Ha combinato
di nuovo un guaio a scuola, e non mi stupisce considerato quanto somiglia a suo
padre». Feci un sorrisetto. «Che ha fatto stavolta?» «Secondo la signora
Harper, avrebbe augurato a una bambina che lo prendeva in giro per via degli occhiali
che le andasse un rospo di traverso, perché lei sembrava proprio un rospo! Un
rospo di traverso, ma ti sembra possibile?». «Charlie!», lo chiamai rivolto verso
il soggiorno. Venne fuori con un libro in mano. Non portava gli occhiali, fatto
certamente collegato all’episodio a scuola. «Che c’è, papà?» «Hai detto a una
bambina di strozzarsi con un rospo?» «Sì», rispose lui senza girarci intorno.
Per essere un bambino di otto anni, sembrava preoccuparsi veramente poco di
quanto i suoi genitori potessero arrabbiarsi con lui. «Piccolo, non puoi dire
cose del genere». «Però lei sembra proprio un rospo, papà!», protestò lui. Dovetti
voltarmi per ridere. «Vieni qui ad abbracciarmi, tesoro». Mi strinse forte.
Temevo il momento in cui non gli sarebbe più interessato farlo. «Sii bravo con
la mamma e la nonna mentre sono via, d’accordo?» «Sì, sì». «E rimettiti gli
occhiali quando leggi». «Perché?! Sono così stupidi!». Mi chinai e gli diedi
dei colpetti sul naso. «Gli uomini veri portano gli occhiali». «Tu non porti gli
occhiali!», si lamentò lui. «Be’, sì, capita anche che gli uomini veri non
portino gli occhiali. Però tu mettiteli, piccolo», gli dissi. Lui borbottò
qualcosa, poi scappò via per rimettersi a leggere il suo romanzo. Il fatto che
preferisse i libri ai videogiochi mi rendeva felicissimo.
*****
Un bacio,
Un bacio,
Angela ❤
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