24 dicembre 2017

24 Dicembre: Bright Side, il segreto sta nel cuore


 Buona vigilia di Natale Readers! 

Volevo salutarvi e augurare a tutti voi e alle vostre famiglie un felice e sereno Natale ♡ 

L'ultimo libro del calendario, è uno dei più belli di quest'anno.... non ha bisogno di troppe presentazioni e se non lo avete ancora letto, siete in tempo per un auto-regalo!!!!!

CAPITOLO 1

Lunedì 22 agosto

Kate

«Ciao bella, come va?»
«Tutto a posto, figurati. Ho soltanto guidato per trenta ore di fila credo, ho perso il conto. Sono due o tre giorni che non dormo e avrò bevuto venti Red Bull e quindici litri di caffè. Niente di nuovo, direi.»
Gus ride. «Accidenti, forse hai qualche antenato camionista.»
«Allora mi presento, ecco a voi la regina dei camionisti, Mother Trucker.»
Ride ancora. «Fantastico. Forse dovrei smettere di chiamarti Bright Side e passare a Mother Trucker.»
Fin qui la conversazione scorre naturale, come speravo. Dopo il modo in cui ci siamo lasciati a San Diego pochi giorni fa, non sapevo cosa aspettarmi da questa chiamata.
Ma poi arriva un silenzio imbarazzato, che non è mai esistito tra noi. E ci conosciamo da diciannove anni.
«Allora, sei in Minnesota.»
«Sì.»
«A casa di Maddie?»
«Sì.»
«E come va?»
«Va.» Oddio, la conversazione non sta procedendo bene per niente. La sua voce sembra quasi annoiata, ma sento che è molto nervoso. Mi chiedo come mai ancora non l’ho sentito accendere una sigaretta. E proprio in questo momento, sento il rumore dell’accendino e il suono familiare della prima lunga boccata. «Dovresti...»
Mi interrompe subito. «Forse è meglio che ti lasci andare, Bright Side. Sono arrivato da Robbie e mi sembra che ci siano già tutti per l’incontro con la band. Sono in ritardo come al solito, e mi stanno aspettando per iniziare.»
Sono dispiaciuta, ma so che la vita degli altri non si può fermare o tenere in sospeso soltanto perché Kate lo vuole. Mi sforzo di sorridere e rispondo: «Sì, certo. Domani sera sei libero? Se sì, ti chiamo.»
«Domani voglio andare a fare surf dopo il lavoro, però ci sono.» Respira in modo più regolare, ma so che è così perché si sta concentrando come un disperato sulla sua sigaretta, inalando fumo, nicotina e calma allo stesso tempo.
«D’accordo, Gus. Ti voglio bene.» Ci diciamo sempre ‘Ti voglio bene’. Lui è cresciuto con una madre che glielo ripete ogni cinque minuti, perché lo ama davvero. Invece io non l’ho mai sentito dire dalla mia. Mai, perché lei non provava affetto; per lei era normale il contrario. Da lei ricevevo indifferenza, che mi penetrava fin nelle ossa. Forse è per questo che mi è sempre piaciuto sentirlo da Gus e da sua mamma, Audrey. Sarebbe strano chiudere una conversazione con loro senza dirlo.
«Anche io ti voglio bene, Bright Side.»
«Ciao.»
«Ciao.»

****

Un bacio,
Angela

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