"Amore, perdita, accettazione.
Buona serata a tutti ♡
PRIMO CAPITOLO
E con il bambino
fanno tre
«WOW!» ricordo di aver esclamato non appena
Vivian uscì dal bagno mostrandomi il test di gravidanza. «È fantastico!»
In realtà pensavo: Davvero? Di già?
Più che altro provavo sgomento, misto a un pizzico di terrore. Eravamo
sposati da un anno circa e lei mi aveva già detto che intendeva restare a casa
per qualche tempo quando avessimo avuto un figlio. Io non avevo mai obiettato
perché la pensavo come lei, ma in quel momento mi resi conto che la nostra vita
di coppia con due stipendi sarebbe finita molto presto. Inoltre, non ero sicuro
di essere pronto a diventare padre, ma che cosa potevo farci? Vivian non mi
aveva certo incastrato, né aveva mai nascosto il fatto di volere un bambino, e
mi aveva avvisato quando aveva smesso di prendere la pillola. Anch’io volevo
dei figli, è naturale, ma lei aveva sospeso la pillola solo da tre settimane.
Ero convinto che come minimo sarebbe passato qualche mese prima che il suo
corpo riprendesse a funzionare normalmente. Per quanto ne sapevo, avrebbe anche
potuto avere difficoltà a restare incinta, il che avrebbe significato un anno o
due di attesa.
Ma non la mia Vivian. Il suo corpo si era ripreso subito. La mia Vivian
era fertile.
L’abbracciai, osservandola bene per vedere se fosse già raggiante. Ma era ancora troppo presto, giusto? E poi, che cosa significa
raggiante? È soltanto un altro modo per dire che qualcuno ha l’aria accaldata e
sudaticcia? Come sarebbe cambiata la nostra vita? E fino a che punto?
Mille interrogativi per i quali io, Russell Green, mentre abbracciavo
mia moglie, non avevo alcuna risposta.
*****
Ho un altro ricordo della prima notte in ospedale, dopo che tutti se
n’erano andati. Vivian dormiva e io mi ero appisolato sulla poltrona quando
udii mia figlia agitarsi. Prima di quel giorno non avevo mai tenuto in braccio
una neonata; la sollevai stringendola a me, con l’intenzione di svegliare
Vivian. Sorprendentemente, però, London si calmò. Tornai cauto verso la
poltrona e per i successivi venti minuti mi abbandonai alle sensazioni che mia
figlia mi risvegliava dentro. Sapevo già di adorarla, ma ora il pensiero di
vivere senza di lei mi risultava insopportabile. Ricordo di averle sussurrato
che ero suo padre, che ci sarei sempre stato per lei e, come se avesse capito
ciò che dicevo, London cominciò ad agitarsi e a piangere. Alla fine la passai a
Vivian.
*****
Angela ❤
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